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mercoledì 7 novembre 2012
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Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ah perchè sopra ha scritto che la portavi tu. Ok, se ha bisogno io sono qua!
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ok!!! Ore 20.50 circa sono sotto casa tua!pat1964 ha scritto:Diego per favore passami a prendere. Grazie
Re: mercoledì 7 novembre 2012
io ci sono .., penso di andare su veso le 18 - 18,30 poi faccio un giro .. se si può entrare alla mostra ... sennò aspetto x la pizza e il resto ...
luciano279- Numero di messaggi : 5
Data d'iscrizione : 10.06.11
Età : 72
Località : Chieri
Re: mercoledì 7 novembre 2012
p.za Europa ore 21 Mario ed io ci siamo
marco- Numero di messaggi : 154
Data d'iscrizione : 22.11.10
Età : 63
Località : chieri
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Diego Corvasce ha scritto:Puntuali!!!
come sempre!!!!
marco- Numero di messaggi : 154
Data d'iscrizione : 22.11.10
Età : 63
Località : chieri
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ciao ragazzi, Notizie di Luciano? Tutto ok?
Marco Prinetto- Numero di messaggi : 106
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 48
Località : Moncalieri
Re: mercoledì 7 novembre 2012
No, ieri sera ho sentito il capo ma intorno all'una gli stavano facendo la lastra...
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Diego Corvasce ha scritto:No, ieri sera ho sentito il capo ma intorno all'una gli stavano facendo la lastra...
...hei! ma cosa e' successo a Luciano?
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ieri un taxi l'ha investito in piazza castello, ma non dovrebbe essere nulla di grave, però è andato poi al pronto soccorso
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Diego Corvasce ha scritto:Ieri un taxi l'ha investito in piazza castello, ma non dovrebbe essere nulla di grave, però è andato poi al pronto soccorso
porca miseria, non ho voluto dirlo prima per scaramanzia ma ci avevo azzecato!!
in bocca al lupo, fateci sapere.
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Dalle lastre risulta che non ha nulla di rotto e quindi gli è stato prescritto riposo per 8 giorni. Più tardi lo sento per vedere come sta
Re: mercoledì 7 novembre 2012
mannaggiaaaaa......mi spiace.....ma povero...........fate sapere
angela- Numero di messaggi : 140
Data d'iscrizione : 13.09.11
Re: mercoledì 7 novembre 2012
l'ho sentito: è acciaccato ma già pensa ad andare la prox settimana al salone della moto
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ahahah!!! Io non so come sia successo, in quel frangente c'eravamo divisi, io, marco, enrico e pat eravamo andati alle porte palatine e gli altri erano rimasti in piazza castello, da quello che mi ha detto il maso un taxista si stava avvicinando alla zona a loro riservata, ma facendo manovra non ha visto luciano, perchè stava guardando dalla parte opposta. Di più non so, il taxista poi l'ha caricato e portato al gradenigo. Noi siamo tornati che erano già andati via.
Re: mercoledì 7 novembre 2012
ma allora è successo appena Mario ed io siamo andati via verso le 23,30
povero Luciano, pensa la paura1
povero Luciano, pensa la paura1
marco- Numero di messaggi : 154
Data d'iscrizione : 22.11.10
Età : 63
Località : chieri
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Titolo: gli imprevisti
Ore 16 carico sulla 500 due cavalletti, lo zaino fotografico e parto per Torino; direzione: parcheggio sotto la Mole. Sono fortunato ne trovo uno che calza perfettamente. Nel frattempo mi arriva l’sms di Beppe che sta parcheggiando sotto l’Aldo Fusi e mi chiede se ci vedremo davanti o dentro al museo di scienze naturali tra 10 minuti. Dalla Mole non ci va più di 10 minuti, nel tragitto a piedi tiro fuori la P7000 e scatto un po’ di street perdendomi ovviamente degli attimi per colpa del ritardo di scatto di questa baracca di nikon. Ma una compatta come si deve quando si decideranno a farla?
Davanti all’ingresso del museo c’è Angela che mi chiede: chi deve arrivare dei nostri? Bella domanda! Anzi, visto che ormai non me la pongo da quando ho capito che in f8 (ma in realtà vale in tutti i gruppi della nostra società iper-attiva e anche iper-paccara ovvero degli iper-imprevisti) vale la regola: confermo un impegno e poi non vengo oppure non confermo e poi mi presento. Insomma gli imprevisti sono diventati la regola. Sembra che tutti abbiano degli imprevisti.
Entriamo: Angela, Beppe, Mario O. e consorte ed io. Ci fanno accomodare nella sala della presentazione e intanto prima faccio una deviazione al bagno. Quando entro in sala trovo gli f8 in quarta fila, con la prima fila vuota! Insomma mi si pone il primo quesito di dove sedermi, con 3 risposte: A,B o C…si perché in terza fila ci sarebbe la risposta più interessante, a detta di Beppe, che però si è seduto in quarta fila dove finisco anch’io per non fare l’asociale. Si aggiungono Carla e Walter. Walter mi chiede se gli ho portato “quella cosa”, senza ovviamente avermela chiesta né dettomi che ci sarebbe stato anche lui all’inaugurazione. La mia tesi sopra menzionata non fa una piega.
Nel frattempo arriva Berengo e molti ospiti afferrano la propria macchina fotografica e incominciano a fotografarlo come fosse una star. Mi fa sorridere.
La conferenza è breve ma interessante intervallata da due brani musicali cantati dal vivo da una brava musicista. Uno dei brani è di De Andrè e l’interpretazione molto pregevole, ma non ricordo il titolo del brano. Quello che mi ricordo son due cose: la fotografie più che belle devono essere buone e la seconda è che il digitale è metallico.
La prima non è di Berengo (come lo chiamano tutti durante la conferenza) ma di Ugo Mulas, che sgridò il Berengo giovane che al maestro Mulas si rivolse dicendogli che eran tutte belle le foto che gli stava mostrando. La differenza dei termini: belle sono le foto esteticamente corrette, buone sono le foto non perfette esteticamente ma che comunicano. Le foto è meglio che siano buone che belle.
La seconda è di Berengo che vuole smentire le voci di fb sul suo passaggio al digitale. Ha solo provato una leica digitale in bn, ma le digitali sono metalliche, non hanno la morbidezza della pellicola e quindi lui continua a fotografare esclusivamente in pellicola con la sua fida Leica.
Ci si sposta a vedere le foto in mostra: una quarantina. Sono tutte molto belle, alcune famosissime, altre sconosciute. Il filo conduttore è: la gentilezza. E’ la prima volta che una mostra di Berengo non ha le didascalie, è un test che il maestro ha voluto fare. Walter ci chiede quale foto ruberemmo; lui ruberebbe una vista dall’alto di un matrimonio di campagna con tavolata nel cortile. Io non saprei, ma alla fine la mia scelta cadrebbe su una degli innamorati (l’auto, i portici, davanti al tram) o la bimba in piazza San Marco con la neve e i colombi. Tutti facciamo qualche foto a Berengo, specie seduto davanti al proiettore che trasmette una sua intervista.
Ore 19 usciamo (Angela, Carla, Walter e io. Mario O. torna a casa) e a piedi ci dirigiamo sotto la Mole per la pizza. Ci devono raggiungere Beppe che sposta l’auto dall’Aldo Fusi, Dino e Luciano che è davanti al MammaMia. A Luciano al telefono gli dico di andare a vedere se c’è posto allo Scugnizzo che è praticamente attaccato al MammaMia, ma ci mette un po’ a trovarlo perché gli avevo detto che era 50 metri di distanza (in realtà i due ingressi distano 30 metri, misurati a passi ieri sera per scrupolo o per mia pignoleria)
Allo Scugnizzo ci facciamo notare: tavolatona, ognuno con le sue paturnie nell’ordinare. Alla faccia che dovrei esser io il più problematico che sono vegetariano. La cameriera carina e simpatica chissà cosa avrà pensato: tegamino o mattone? E il mattone com’è? La farinata per Dino, ma solo per lui che non vuole dividere con nessuno. Idem Carla, ma per lei una porzione normale, per Dino invece due porzioni col vino che non vuole nessun altro. L’acqua fuori frigo, il caffè di Luciano macchiato ma senza schiuma (perché la schiuma non gli piace), il mirto, il sansimone e l’amaro proposto da Beppe che nessuno conosceva ma che molti han voluto provare. La vecchia cassiera non si sa che fine ha fatto, ma la giovane cameriera Walter l’ha preferita. Ci ricorderà anche per la mancia che le abbiamo lasciato.
La tavolata ha avuto un nefasto risultato: mi sono innamorato della OM 5
Ore 21,30 tutti sotto la Mole a fotografare. Ci hanno raggiunto anche altri effeottini. Si incomincia con l’orologio di Metropolis, si passa ai numeri di Fibonacci, poi alle scie delle automobili di via Po. Siamo un bel gruppo tutto armato di cavalletti. Davanti ai bambini che saltano (nuova luce d’artista) piazziamo Carla per una foto umanizzata.
Ci sparpagliamo tra via Roma, via Pietro Micca e piazza Castello. Si nota f8. Il freddo e l’ora incominciano a mietere le prime defezioni. Saluto Mario R e Marco G, Diego e altri mi dicono che si dirigono al sole delle porte palatine. Subito dopo mi telefona Luciano che mi chiede di raggiungerlo che un pazzo l’ha buttato per terra con la macchina. Io subito immagino che qualcuno gli abbia tirato un pungo facendolo cadere perché magari non voleva essere fotografato o per rubargli la macchina fotografica.
In realtà un taxi nella manovra di parcheggio non l’ha visto e l’ha investito facendolo cadere a terra. Luciano è a terra dolorante, gli gira la testa e gli manca il respiro; il taxista è spaventato. Cerco di capire se Luciano ha qualcosa di rotto o se riesce a muoversi. Si riesce ad alzare e il taxista lo accompagna al pronto soccorso del Grandenigo mentre io gli ritiro l’attrezzatura fotografica: l’obiettivo ha la lente crepata, la macchina avrà avuto la stessa sorte, ma sono oggetti.
Mi guardo attorno e vedo che gli altri effeottini continuano a fotografare senza essersi accorti di nulla. In effetti anch’io ero a trenta metri e non mi ero accorto. Impressionante come a volte le cose ti succedono sotto il naso senza accorgertene. Avverto gli altri del fatto. Ormai è mezzanotte, tutti rientrano a casa. Io preferisco aspettare per sapere il responso delle lastre. Rimango con Marco S a fotografare fino all’una e poi raggiungo Luciano al pronto soccorso dove lo stanno dimettendo. La prognosi: nulla di rotto, 8 giorni di riposo. Lo accompagno all’auto, che si sente di guidare e lo seguo fino a casa.
La serata ha avuto questa conclusione imprevista (alla faccia degli imprevisti!), ma fortunatamente le conseguenze non sono state gravi.
Auguro a Luciano una pronta guarigione e aspetto di vedere i risultati fotografici degli effeottini: per dicembre si potrebbe organizzare una serata con visione e discussione delle foto prodotte (5 foto a testa) per vedere i punti di vista diversi che ognuno avrà colto.
Intanto vediamo chi leggerà il mio resoconto fino in fondo… mi è venuto sonno, lo pubblico senza rileggerlo (non ce la farei a rileggerlo senza modificarlo e il sonno ha il sopravvento), quindi aimè ci saranno sicuramente degli errori di battitura e probabilmente anche grammaticali. Chiedo venia
Ore 16 carico sulla 500 due cavalletti, lo zaino fotografico e parto per Torino; direzione: parcheggio sotto la Mole. Sono fortunato ne trovo uno che calza perfettamente. Nel frattempo mi arriva l’sms di Beppe che sta parcheggiando sotto l’Aldo Fusi e mi chiede se ci vedremo davanti o dentro al museo di scienze naturali tra 10 minuti. Dalla Mole non ci va più di 10 minuti, nel tragitto a piedi tiro fuori la P7000 e scatto un po’ di street perdendomi ovviamente degli attimi per colpa del ritardo di scatto di questa baracca di nikon. Ma una compatta come si deve quando si decideranno a farla?
Davanti all’ingresso del museo c’è Angela che mi chiede: chi deve arrivare dei nostri? Bella domanda! Anzi, visto che ormai non me la pongo da quando ho capito che in f8 (ma in realtà vale in tutti i gruppi della nostra società iper-attiva e anche iper-paccara ovvero degli iper-imprevisti) vale la regola: confermo un impegno e poi non vengo oppure non confermo e poi mi presento. Insomma gli imprevisti sono diventati la regola. Sembra che tutti abbiano degli imprevisti.
Entriamo: Angela, Beppe, Mario O. e consorte ed io. Ci fanno accomodare nella sala della presentazione e intanto prima faccio una deviazione al bagno. Quando entro in sala trovo gli f8 in quarta fila, con la prima fila vuota! Insomma mi si pone il primo quesito di dove sedermi, con 3 risposte: A,B o C…si perché in terza fila ci sarebbe la risposta più interessante, a detta di Beppe, che però si è seduto in quarta fila dove finisco anch’io per non fare l’asociale. Si aggiungono Carla e Walter. Walter mi chiede se gli ho portato “quella cosa”, senza ovviamente avermela chiesta né dettomi che ci sarebbe stato anche lui all’inaugurazione. La mia tesi sopra menzionata non fa una piega.
Nel frattempo arriva Berengo e molti ospiti afferrano la propria macchina fotografica e incominciano a fotografarlo come fosse una star. Mi fa sorridere.
La conferenza è breve ma interessante intervallata da due brani musicali cantati dal vivo da una brava musicista. Uno dei brani è di De Andrè e l’interpretazione molto pregevole, ma non ricordo il titolo del brano. Quello che mi ricordo son due cose: la fotografie più che belle devono essere buone e la seconda è che il digitale è metallico.
La prima non è di Berengo (come lo chiamano tutti durante la conferenza) ma di Ugo Mulas, che sgridò il Berengo giovane che al maestro Mulas si rivolse dicendogli che eran tutte belle le foto che gli stava mostrando. La differenza dei termini: belle sono le foto esteticamente corrette, buone sono le foto non perfette esteticamente ma che comunicano. Le foto è meglio che siano buone che belle.
La seconda è di Berengo che vuole smentire le voci di fb sul suo passaggio al digitale. Ha solo provato una leica digitale in bn, ma le digitali sono metalliche, non hanno la morbidezza della pellicola e quindi lui continua a fotografare esclusivamente in pellicola con la sua fida Leica.
Ci si sposta a vedere le foto in mostra: una quarantina. Sono tutte molto belle, alcune famosissime, altre sconosciute. Il filo conduttore è: la gentilezza. E’ la prima volta che una mostra di Berengo non ha le didascalie, è un test che il maestro ha voluto fare. Walter ci chiede quale foto ruberemmo; lui ruberebbe una vista dall’alto di un matrimonio di campagna con tavolata nel cortile. Io non saprei, ma alla fine la mia scelta cadrebbe su una degli innamorati (l’auto, i portici, davanti al tram) o la bimba in piazza San Marco con la neve e i colombi. Tutti facciamo qualche foto a Berengo, specie seduto davanti al proiettore che trasmette una sua intervista.
Ore 19 usciamo (Angela, Carla, Walter e io. Mario O. torna a casa) e a piedi ci dirigiamo sotto la Mole per la pizza. Ci devono raggiungere Beppe che sposta l’auto dall’Aldo Fusi, Dino e Luciano che è davanti al MammaMia. A Luciano al telefono gli dico di andare a vedere se c’è posto allo Scugnizzo che è praticamente attaccato al MammaMia, ma ci mette un po’ a trovarlo perché gli avevo detto che era 50 metri di distanza (in realtà i due ingressi distano 30 metri, misurati a passi ieri sera per scrupolo o per mia pignoleria)
Allo Scugnizzo ci facciamo notare: tavolatona, ognuno con le sue paturnie nell’ordinare. Alla faccia che dovrei esser io il più problematico che sono vegetariano. La cameriera carina e simpatica chissà cosa avrà pensato: tegamino o mattone? E il mattone com’è? La farinata per Dino, ma solo per lui che non vuole dividere con nessuno. Idem Carla, ma per lei una porzione normale, per Dino invece due porzioni col vino che non vuole nessun altro. L’acqua fuori frigo, il caffè di Luciano macchiato ma senza schiuma (perché la schiuma non gli piace), il mirto, il sansimone e l’amaro proposto da Beppe che nessuno conosceva ma che molti han voluto provare. La vecchia cassiera non si sa che fine ha fatto, ma la giovane cameriera Walter l’ha preferita. Ci ricorderà anche per la mancia che le abbiamo lasciato.
La tavolata ha avuto un nefasto risultato: mi sono innamorato della OM 5
Ore 21,30 tutti sotto la Mole a fotografare. Ci hanno raggiunto anche altri effeottini. Si incomincia con l’orologio di Metropolis, si passa ai numeri di Fibonacci, poi alle scie delle automobili di via Po. Siamo un bel gruppo tutto armato di cavalletti. Davanti ai bambini che saltano (nuova luce d’artista) piazziamo Carla per una foto umanizzata.
Ci sparpagliamo tra via Roma, via Pietro Micca e piazza Castello. Si nota f8. Il freddo e l’ora incominciano a mietere le prime defezioni. Saluto Mario R e Marco G, Diego e altri mi dicono che si dirigono al sole delle porte palatine. Subito dopo mi telefona Luciano che mi chiede di raggiungerlo che un pazzo l’ha buttato per terra con la macchina. Io subito immagino che qualcuno gli abbia tirato un pungo facendolo cadere perché magari non voleva essere fotografato o per rubargli la macchina fotografica.
In realtà un taxi nella manovra di parcheggio non l’ha visto e l’ha investito facendolo cadere a terra. Luciano è a terra dolorante, gli gira la testa e gli manca il respiro; il taxista è spaventato. Cerco di capire se Luciano ha qualcosa di rotto o se riesce a muoversi. Si riesce ad alzare e il taxista lo accompagna al pronto soccorso del Grandenigo mentre io gli ritiro l’attrezzatura fotografica: l’obiettivo ha la lente crepata, la macchina avrà avuto la stessa sorte, ma sono oggetti.
Mi guardo attorno e vedo che gli altri effeottini continuano a fotografare senza essersi accorti di nulla. In effetti anch’io ero a trenta metri e non mi ero accorto. Impressionante come a volte le cose ti succedono sotto il naso senza accorgertene. Avverto gli altri del fatto. Ormai è mezzanotte, tutti rientrano a casa. Io preferisco aspettare per sapere il responso delle lastre. Rimango con Marco S a fotografare fino all’una e poi raggiungo Luciano al pronto soccorso dove lo stanno dimettendo. La prognosi: nulla di rotto, 8 giorni di riposo. Lo accompagno all’auto, che si sente di guidare e lo seguo fino a casa.
La serata ha avuto questa conclusione imprevista (alla faccia degli imprevisti!), ma fortunatamente le conseguenze non sono state gravi.
Auguro a Luciano una pronta guarigione e aspetto di vedere i risultati fotografici degli effeottini: per dicembre si potrebbe organizzare una serata con visione e discussione delle foto prodotte (5 foto a testa) per vedere i punti di vista diversi che ognuno avrà colto.
Intanto vediamo chi leggerà il mio resoconto fino in fondo… mi è venuto sonno, lo pubblico senza rileggerlo (non ce la farei a rileggerlo senza modificarlo e il sonno ha il sopravvento), quindi aimè ci saranno sicuramente degli errori di battitura e probabilmente anche grammaticali. Chiedo venia
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ma butta via o regala le macchine fotografiche, come scrittore o giornalista faresti di sicuro molta piu' strada!
Ottimo resoconto, solo una cosa. Hai scritto: "...Ci si sposta a vedere le foto in mostra: una quarantina. Sono tutte molto belle, alcune famosissime, altre sconosciute."
NON sono tutte molto BELLE ma tutte molto BUONE!
Ottimo resoconto, solo una cosa. Hai scritto: "...Ci si sposta a vedere le foto in mostra: una quarantina. Sono tutte molto belle, alcune famosissime, altre sconosciute."
NON sono tutte molto BELLE ma tutte molto BUONE!
Re: mercoledì 7 novembre 2012
Ciao Matteo! Bellissimo racconto! L'ho letto tutto con tantissima interesse, soprattutto che e` l'unico modo come posso seguire le attivita` di f8... Hai un talente proprio di scrittore! Vedrei anch'io volentieri i risultati fotografici di quella uscita... Auguri a tutti!
Solvita- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 05.02.12
Età : 69
Località : Riga, Lettonia
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