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Non dimenticare la bellezza - (pensieri di un sognatore)
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Non dimenticare la bellezza - (pensieri di un sognatore)
Un pomeriggio parlavo con un'amica, anche lei appassionata di fotografia, sulla bellezza. il sottotitolo è però legato al tempo, nel senso del Chronos. La bellezza a volte ci passa di fianco veloce e sfuggente, uno sguardo, un corpo, un suono; a volte in modo lento, denso e fluido.
Abbiamo tutti ormai vari modi per fermare la bellezza, o meglio il tempo della bellezza. Possiamo usare le nostre fotocamere con tutti i vari dispositivi e le varie priorità e quindi "comandare" il tempo a nostro piacimento. Possiamo congelarlo e rendere l'immagine ultradefinita e "croccante", possiamo renderlo lungo e sfuocato come una carezza, come un soffio. La bellezza di un istante, di un gesto, di una foglia che sta per cadere. La bellezza di una pelle levigata, di una luce particolare.
Noi possiamo comandare il momento meraviglioso del nostro agire lento per poter scattare la nostra foto, possiamo guadare il soggetto, e agire di conseguenza, ma il privilegio che abbiamo è che possiamo in quel periodo precedente alla foto vera e propria, godere della vista di quel momento.
La nostra fotocamera è in realtà un taccuino di appunti, su cui scriviamo i nostri pensieri, e mentre scriviamo normalmente ci fermiamo a pensare, riflettiamo, guardiamo nel nulla, ripensiamo a situazioni, ricordiamo eventi simili, e continuiamo a fermare i nostri pensieri sulla carta.
Penso che chi fotografa ha un privilegio, può godere della bellezza soggettiva che ha di fronte e può nutrirsene molto di più di chi vedrà la foto; inoltre ha il privilegio di "fermare il tempo" come se volessimo non separarci mai da quella visone che viene ormai olisticamente abusata del "qui e ora".
La bellezza di una storia il cui fotogramma centrale è il nostro scatto, ma la meraviglia ulteriore è che esiste un prologo, con tutto quello che è avvenuto prima, e un epilogo, che è tutto quello che diverrà. Noi congeliamo la bellezza di quell'attimo centrale, e la bellezza della foto dovrebbe poter raccontare a chi guarderà, il prima e il dopo la fissità di quel tempo.
Solo dimenticando tutte le utilissime procedure e i tecnicismi elettronici, smettendo di considerare il medium, il mezzo tecnologico, il "simulacro" della nostra arte, potremo riappropriarci della bellezza.
E credo che di bellezza lenta ci sia tanto bisogno.
Abbiamo tutti ormai vari modi per fermare la bellezza, o meglio il tempo della bellezza. Possiamo usare le nostre fotocamere con tutti i vari dispositivi e le varie priorità e quindi "comandare" il tempo a nostro piacimento. Possiamo congelarlo e rendere l'immagine ultradefinita e "croccante", possiamo renderlo lungo e sfuocato come una carezza, come un soffio. La bellezza di un istante, di un gesto, di una foglia che sta per cadere. La bellezza di una pelle levigata, di una luce particolare.
Noi possiamo comandare il momento meraviglioso del nostro agire lento per poter scattare la nostra foto, possiamo guadare il soggetto, e agire di conseguenza, ma il privilegio che abbiamo è che possiamo in quel periodo precedente alla foto vera e propria, godere della vista di quel momento.
La nostra fotocamera è in realtà un taccuino di appunti, su cui scriviamo i nostri pensieri, e mentre scriviamo normalmente ci fermiamo a pensare, riflettiamo, guardiamo nel nulla, ripensiamo a situazioni, ricordiamo eventi simili, e continuiamo a fermare i nostri pensieri sulla carta.
Penso che chi fotografa ha un privilegio, può godere della bellezza soggettiva che ha di fronte e può nutrirsene molto di più di chi vedrà la foto; inoltre ha il privilegio di "fermare il tempo" come se volessimo non separarci mai da quella visone che viene ormai olisticamente abusata del "qui e ora".
La bellezza di una storia il cui fotogramma centrale è il nostro scatto, ma la meraviglia ulteriore è che esiste un prologo, con tutto quello che è avvenuto prima, e un epilogo, che è tutto quello che diverrà. Noi congeliamo la bellezza di quell'attimo centrale, e la bellezza della foto dovrebbe poter raccontare a chi guarderà, il prima e il dopo la fissità di quel tempo.
Solo dimenticando tutte le utilissime procedure e i tecnicismi elettronici, smettendo di considerare il medium, il mezzo tecnologico, il "simulacro" della nostra arte, potremo riappropriarci della bellezza.
E credo che di bellezza lenta ci sia tanto bisogno.
Paoleffe- Numero di messaggi : 18
Data d'iscrizione : 19.10.12
Età : 66
Località : Pino Torinese
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