19/07/1992 - 19/07/2010 - Per non dimenticare

18 anni fa, 19 luglio 1992, perse la vita il giudice Paolo Borsellino nel vile attentato mafioso di via d'Amelio, e con lui i cinque poliziotti deputati alla sua scorta: Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Oggi ricordiamo un EROE Italiano, PER NON DIMENTICARE ...

Le parole di Paolo Borsellino dopo la morte del giudice Giovanni Falcone


Un atto per me dovuto, un tema a me caro di cui non smetterò mai di parlare

Aimè son passati 18 anni (non 8 ) e le cose non son cambiate, anzi culturalmente siamo regrediti

Errore di digit.... corretto

Una delle cose più belle di Borsellino e Falcone è che uno era di destra e l'altro di sinistra, eppure lavoravano benissimo insieme a dimostrazione che quando uno è onesto e intelligente il colore politico conta molto poco nella pratica. Ma i migliori se nevanno sempre per primi ed ora ci rimangono i ladri, pergiunta stupidi ...

stegodino ha scritto:Una delle cose più belle di Borsellino e Falcone è che uno era di destra e l'altro di sinistra, eppure lavoravano benissimo insieme a dimostrazione che quando uno è onesto e intelligente il colore politico conta molto poco nella pratica. Ma i migliori se nevanno sempre per primi ed ora ci rimangono i ladri, pergiunta stupidi ...

Un doveroso omaggio ai poliziotti uccisi, cosi' spesso dimenticati da tutti. Che uno dei giudici fosse di destra e uno di sinistra.... a me personalmente sembra un cosa non giusta. Un giudice, almeno publicamente, dovrebbe astenersi da dichiarare le proprie simpatie politiche e sopratutto dovrebbe astenersi da operare in dipendenza da esse.
Purtroppo nei giorni nostri ci sono troppi giudici che fanno o che vorrebbero fare politica invece di condannare i delinquenti. Chissa' perche' hanno scelto la cariera nella magistratura...... non sarebbe piu' giusto ed onesto scegliere la carriera policita?

Pag 33 de La Stampa di venerdì 16 luglio 2010:

IL GIUDICE VA A CENA DA SOLO
di Carlo Federico Grosso

In sintesi:
Il magistrato deve fare solo il magistrato, niente altri ruoli paralleli.
Non deve coltivare relazioni sociali, avere rapporti di interesse, anche soltanto ostentare amicizie nella città dove ha l'ufficio.
Massimo rigore nell'evitare esternazioni pubbliche, apparizioni televisive e interviste sui processi in corso.
Se vuole entrare in politica deve dimettersi dalla magistratura

Matteo Maso ha scritto:Pag 33 de La Stampa di venerdì 16 luglio 2010:

IL GIUDICE VA A CENA DA SOLO
di Carlo Federico Grosso

In sintesi:
Il magistrato deve fare solo il magistrato, niente altri ruoli paralleli.
Non deve coltivare relazioni sociali, avere rapporti di interesse, anche soltanto ostentare amicizie nella città dove ha l'ufficio.
Massimo rigore nell'evitare esternazioni pubbliche, apparizioni televisive e interviste sui processi in corso.
Se vuole entrare in politica deve dimettersi dalla magistratura

QUOTO. QUOTO. QUOTO.
Se si vuole fare il magistrato (per bene!) bisogna sottostare a certe regole come atre regole sono imposte ad altre professioni!

Certo e purtroppo i giudici si infognano spesso con i politici e quelli che non guardano in faccia nessuno vengono ammazzati.

stegodino ha scritto: Certo e purtroppo i giudici si infognano spesso con i politici e quelli che non guardano in faccia nessuno vengono ammazzati.

quoto quoto quoto!

Comunque alla cerimonia erano presenti cariche dello Stato. Poprio come allora.

(L'esplosivo usato per Falcone fu circa dieci volte quello usato alla stazione di Bologna. Me l'ha detto un ispettore di polizia, non un piciu qualunque).