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il paparazzo

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Messaggio Da Matteo Maso Gio Mar 31, 2011 1:38 pm

http://www.nital.it/nikon-school/interviste/intervista-maurizio-sorge.php

Intervista a Maurizio Sorge

Introduzione e intervista di Dino del Vescovo

Un condensato di entusiasmo e di idee, molta rabbia in corpo e tanta, tanta energia. Il maglione e il pantalone sono neri, la barba di media lunghezza, folta e grigia. Agisce soprattutto di notte.
Maurizio Sorge, uno dei paparazzi più famosi e chiacchierati d'Italia, ci ha raccontato cosa c'è dietro il suo lavoro: da come sono cambiati i Vip rispetto al passato, alle difficoltà che oggi incontra un paparazzo per realizzare uno scoop e, soprattutto, per vincere i pregiudizi che i media hanno costruito intorno a quella che un tempo era una figura professionale stimata e apprezzata.
Fabrizio Corona, ripreso alle Maldive con Belen Rodriguez, in atteggiamenti che lasciano poco spazio alla libera interpretazione, Michelle Hunziker e Manuela Arcuri, sono soltanto alcuni dei personaggi famosi finiti nella macchina fotografica, rigorosamente Nikon, di Maurizio Sorge. Appassionato di talk show e politica, apprezza la buona tavola e la musica melodica: il suo cantautore preferito è Claudio Baglioni.

Ciao Maurizio, dunque iniziamo. Ho pensato a un'intervista diversa dalle solite. Ti chiederò poco o nulla su Fabrizio Corona, Belen Rodriguez, Patrizia D'Addario, Lapo Elkann e via dicendo. Piuttosto vorrei sapere perché un fotografo sceglie di fare il paparazzo.
Non è tanto una scelta quanto qualcosa che ad un certo punto avverti dentro. Io, paparazzo, ci sono nato! Quando ero piccolo non potevo esserne consapevole, ma lo ero già... paparazzo.

Quindi non tutti sono tagliati per fare questo mestiere?
Guarda, chiunque può provarci ma i risultati non sono garantiti. Per fare questo mestiere ci vuole pazienza, tanta pazienza. Prima di arrivare a scattare, c'è un lavoro fatto di intelligence, di ricerca, di contatti, di studio. La fase preliminare può durare anche molto tempo e può anche non portare a nulla di concreto. La macchina fotografica subentra soltanto alla fine.

Sai di alcuni colleghi che non ce l'hanno fatta?
Certo, non sempre i guadagni sono tali da incoraggiare i fotografi a continuare. Soprattutto a Roma. In molti hanno cambiato mestiere.

Ma come è nata la tua attività?
Devo molto a Gabriella Carlucci, showgirl che ho fotografato per la prima volta nel 1996. Non come paparazzo, ma semplicemente come fotografo di spettacolo. Mi sono guadagnato la sua fiducia ed ho avuto la possibilità di girare il suo video di nozze.
È da lì che pian piano mi sono avvicinato al mondo dei Vip, un ambiente che fino ad allora era per me soltanto qualcosa di immaginario.
Nel 2003 ho ottenuto la mia prima copertina su Visto, fotografando Floriana del Grande Fratello, ma la consacrazione è arrivata l'anno dopo, collaborando con il programma televisivo Papirazzo condotto da Enrico Papi. Direi che da gennaio 2004, Maurizio Sorge può definirsi paparazzo in senso stretto.

Una domanda un po' tecnica: quanto contano le ottiche nel tuo lavoro? Un paio di obiettivi Nikkor a cui non potresti assolutamente rinunciare?
Contano moltissimo, in particolare quelle a lunga focale. Per me i grandangoli sono poco importanti (ride, ndg). Lavorando spesso di notte ho inoltre bisogno di un'ottica che sappia “guardare” anche nel buio: da questo punto di vista l'obiettivo AF-S Nikkor 70-200 F/2,8 VR II si rivela uno strumento di lavoro straordinario.
Diciamo che in certe situazioni diventa quasi un tutt'uno con il corpo macchina: è un'ottica che per la sua definizione e la sua qualità complessiva, mi ha risolto davvero tanti problemi.
Quando invece lavoro alle Maldive, utilizzo l'AF-S Nikkor 600mm F/4 dotato di moltiplicatore di focale. In questo modo riesco a raggiungere soggetti davvero lontani. Considera che per questioni di privacy, noi paparazzi non possiamo avvicinarci oltre una certa distanza.



Con quale corpo macchina stai lavorando?
Con la Nikon D3S, macchina che insieme all'obiettivo 700-200mm che ti ho appena citato, raggiunge livelli prestazionali altissimi. Fino a un po' di anni fa eravamo costretti a scattare con tempi massimi di 1/15 sec e F/2,8 di diaframma: per non ottenere foto mosse dovevamo evitare anche di respirare durante lo scatto.
Oggi con la D3S posso spingere la sensibilità ISO a livelli prima impensabili, il che mi permette di usare tempi più brevi e ridurre ulteriormente il rischio di mosso. A volte, fra colleghi, ci diciamo che “con la Nikon D3S fa giorno anche quando si lavora di notte”.

Rispetto al passato, quanto è cambiato il lavoro del paparazzo?
È cambiato moltissimo e in peggio: tutti si improvvisano paparazzi oggi! Mi riferisco alla gente comune. Di fronte a un avvenimento, si tira fuori il cellulare e si inizia a fotografare o a filmare. Bastano poi pochi minuti per diffondere poi il materiale attraverso Internet. Ciò rende il nostro lavoro sempre più difficile e meno remunerativo.

Quanto è cambiato invece il significato di Vip?
Del termine Vip si fa un uso esagerato. Vedi, ho avuto nella mia carriera la possibilità di lavorare sul set cinematografico con Tom Cruise, George Clooney, Brad Pitt e Mat Demon, e allo stesso modo con Costantino, Daniele e personaggi simili.
Oggi è sufficiente che un partecipante al Grande Fratello faccia un paio di gaffe in televisione perché i giornali lo consegnino all'Olimpo dei Vip. Capisci quello che ti voglio dire?
Un tempo a Roma si incontrava Frank Sinatra senza gorilla al seguito. Oggi chiunque gira con tanto di guardie del corpo.

A cosa attribuisci questo stato di cose?
Alla TV spazzatura che non fa altro che creare falsi miti! Se così fosse, anche io dovrei definirmi Vip visto che sono comparso un po' di volte in televisione. Sai cosa manca oggi? Una storia d'amore alla Al Bano e Romina Power, qualcosa cioè a cui la gente possa davvero appassionarsi.

Ma davvero i soggetti da te “beccati” sono all'oscuro di tutto? È proprio così che funziona il mondo dei paparazzi?
Non sempre, a volte è il personaggio stesso che chiede di essere fotografato, soprattutto quando si tratta di figure minori, particolarmente giovani. A me per fortuna capita di rado visto che posso permettermi di inseguire la notizia, quella vera.
Potrei citarti Simona Ventura, Manuela Arcuri, Michelle Hunziker, Valeria Marini. Questi Vip non chiamerebbero mai un fotografo per accordarsi su un servizio. Con la Arcuri però è successo che un suo fidanzato ci ha chiamati, a sua insaputa, per ritagliarsi la sua fettina di celebrità.

Puoi dirmi di chi si tratta?
No, preferisco di no gli faremmo soltanto della pubblicità gratuita.

A proposito, ti infastidisce la definizione di “paparazzo”?
Infastidisce? Io sono orgoglioso di essere un paparazzo, anche se negli ultimi tempi c'hanno buttato un po' di fango addosso. Ma io vado sempre a testa alta, per la mia strada.

Quanta importanza, secondo te, gli italiani danno al gossip?
Ti rispondo dicendo che l'80% della nostra vita è fatta di gossip. E non esisterebbe televisione senza gossip. Il gossip è la sfumatura leggera degli argomenti pesanti. Però si dovrebbe tornare a interpretarlo come una volta, dandogli il giusto peso, senza esagerare.

Il personaggio che ti ha dato più soddisfazioni?
La Hunziker è il personaggio che mi ha dato più soddisfazioni... economiche.

Quindi ti riferisci soprattutto all'aspetto economico?
Sì, noi paparazzi non guardiamo al lato artistico della fotografia.

Quello che invece ti sta più... antipatico?
Non mi piacciono le persone prevenute nei nostri confronti. Quelle che non ci salutano nemmeno. Al contrario, potrei citarti una persona di una gentilezza rara e dai modi sempre raffinati: Matteo Marzotto. Ha sempre il sorriso sulle labbra e ci ha sempre salutati con garbo.

Hai mai pensato di cambiare campo di applicazione, di optare cioè per il reportage di cronaca o per lo still life? Non avresti una vita più tranquilla?
Avrei senz'altro una vita più tranquilla, ma non cambierei mai. Anche se volessi, d'altronde, non potrei: una delle attività fotografiche in cui si può ancora guadagnare in modo dignitoso è il gossip. È brutto da dire, ma è così!

Da quanto tempo sei nikonista?
Fatta eccezione per i primi tempi in cui ho utilizzato Contax, dopo ho usato sempre e solo Nikon.

Hai mai pensato di cambiare?
Sì, e l'ho pure fatto, ma dopo tre mesi sono tornato a Nikon. Credo che le reflex Nikon abbiano qualcosa di speciale e di particolarmente indicato per noi paparazzi. A volte sembra che le progettino apposta per aiutarci a fare al meglio il nostro dovere. E poi... dimmi tu... dove mi presento con le ottiche bianche? Mi hai capito vero? Per me è fondamentale essere invisibile. Non a caso mi vesto sempre di nero.

Hai mai lavorato con una COOLPIX? Credo che una compatta sia ottima per passare inosservati. Me lo confermi?
Te lo confermo eccome. Abbiamo utilizzato le Nikon COOLPIX nei ristoranti, risolvendo situazioni impossibili da gestire con una reflex che per quanto compatta sia, resta sempre un oggetto vistoso. Ricordo di aver usato di recente una COOPLIX P6000 nascondendola fra i tovaglioli, tra le fessurine di una persiana e così via.

Se ti dicessi che domani vorrei provare a fare il paparazzo, tu cosa mi risponderesti?
In tutta sincerità, ti direi che questo non è proprio il momento adatto. C'è troppa confusione intorno a noi, troppi pregiudizi. E poi, non è più facile come un tempo, conseguire guadagni adeguati.

Se ti nomino Belen, cosa ti viene in mente?
Penso subito a una ragazza dolcissima…


Politici o calciatori?
Bella domanda. Ragionando in termini di gossip i calciatori non sono molto remunerativi mentre i politici non si possono più toccare. Il rischio di finire nei guai è troppo alto. Fra le due categorie quindi non saprei proprio cosa scegliere.



Davvero una bella chiacchierata Maurizio, ti ringrazio moltissimo.
Grazie a te e a presto.

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Messaggio Da Matteo Maso Gio Mar 31, 2011 1:53 pm

Quindi ti riferisci soprattutto all'aspetto economico?
Sì, noi paparazzi non guardiamo al lato artistico della fotografia.


Che tristezza, praticamente fotografi solo per i soldi, non per il piacere di far foto, di dire qualcosa.
Sputatemi addosso se diventerò mai un paparazzo. Preferisco di gran lunga far l'investigatore privato:

https://www.youtube.com/watch?v=8eSQBVN1YOs
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Messaggio Da stego Gio Mar 31, 2011 3:01 pm

e poi l'intervista ha il solo scopo di essere solo un markettone sputato, deprimente la caduta di gusto della Nikon!
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Messaggio Da Maxwell_D. Ven Apr 01, 2011 3:00 pm

Matteo Maso ha scritto:http://www.nital.it/nikon-school/interviste/intervista-maurizio-sorge.php



Con quale corpo macchina stai lavorando?
Con la Nikon D3S, macchina che insieme all'obiettivo 700-200mm che ti ho appena citato, raggiunge livelli prestazionali altissimi. Fino a un po' di anni fa eravamo costretti a scattare con tempi massimi di 1/15 sec e F/2,8 di diaframma: per non ottenere foto mosse dovevamo evitare anche di respirare durante lo scatto.
Oggi con la D3S posso spingere la sensibilità ISO a livelli prima impensabili, il che mi permette di usare tempi più brevi e ridurre ulteriormente il rischio di mosso. A volte, fra colleghi, ci diciamo che “con la Nikon D3S fa giorno anche quando si lavora di notte”.




...sarà pure un marchettone...ma queste affermazioni sono molto più che vere...provare per credere....
ciao
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Messaggio Da stego Ven Apr 01, 2011 3:17 pm

Maxwell_D. ha scritto:

...sarà pure un marchettone...ma queste affermazioni sono molto più che vere...provare per credere....
ciao

Non lo metto in dubbio, ma allora che facciano una bella pubblicità, magari anche comparativa, che la si può fare ma quasi nessuno ne ha il coraggio e sono pusillanimi e con la coda di paglia, invece di prenderci in giro con la falsa intervista. Le pubblicità comparative le varie marche le fanno per interposta persona (cifr. le varie rivistucole di fotografia) in modo da non esporsi personalmente: pagano ed a turno i vari modelli delle varie marche risultano migliori. Idem per automobili, computer etc. Come diceva Bartali, è tutto sbagliato, tutto da rifare!
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Messaggio Da Matteo Maso Sab Apr 02, 2011 1:56 am

Infatti non bisogna mai credere ai comunicati stampa, alle riviste di settore (che vivono della pubblicità di settore!), agli sfegatati tifosi di un prodotto, di un marchio, ecc.
Bisogna provare sul campo oppure sentire i pareri di persone di cui ci si può fidare
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