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Messaggio Da stego Ven Feb 05, 2010 5:17 pm

Problemi della società

_________________________

Il contesto sociale ci impone delle regole assurde, ad esempio quelle del contesto
scolastico.
Per farvi capire meglio i problemi che un ragazzo in sedia a rotelle, come me, può
incontrare ogni giorno, vi racconterò cosa mi è successo: sono studente all’ultimo
anno del liceo Regina Margherita di Torino. In occasione di una gita scolastica
siamo andati al Museo di scienze Naturali di Torino. Andando sul sito internet, si
può vedere questa scritta:
Accessibilità disabili:

Accessibilità completa per mezzo di ascensori e servoscale (contattare il personale
del Museo)
Servizi igienici a norma
Cosa, che ho potuto constatare di persona, non vera. Già il fatto di dover
contattare il personale del museo suona strano. Arrivati lì, ci siamo trovati di
fronte delle scale. Abbiamo chiesto a una signora del museo di prendere l’ascensore
e questa ci ha risposto che non poteva accompagnarmi all’ascensore perché nel museo
non c’era abbastanza personale. Allora il mio accompagnatore mi ha dovuto portare su
dalle scale, prendendosi la responsabilità, anche se l’insegnante si opponeva con
tutte le forze. La colpa era sia dell’organizzazione del museo, che prima scrive una
cosa e poi ne fa un’altra, poi dell’insegnante che non ha battuto ciglio vedendo
questo problema. Noi disabili siamo purtroppo vittime ogni giorno di queste
barriere, siamo stufi di arrabbiarci e di dover combattere in continuazione su delle
cose che con un po’ di umanità sarebbero facilissime da risolvere. Anche perché
esistono norme che obbligano gli edifici
pubblici a consentire l’accesso alle persone diversamente abili. Mi rendo conto che
alcuni edifici antichi, costruiti secoli fa, siano difficili da rendere accessibili
per noi, però sarebbe utile trovare un modo per legare questi edifici al nostro
tempo, dove esistono persone sulla sedia a rotelle, o con dei problemi motori. E mi
fa rabbia incontrare personale incapace che non riesce a fare nemmeno lo sforzo di
aiutarmi a trovare l’ascensore, impedendomi così di visitare un museo, o peggio,
obbligandomi a salire per le scale rischiando di cadere e di rompermi la testa. Mi
chiedo che sforzo doveva fare? Forse di riconoscermi come persona? O c’è ancora
paura del diverso?
Questo mi fa pensare che società abbia paura di prendersi le responsabilità, perché
la parola responsabilità vuol dire consapevolezza, e la gente ha paura di essere
consapevole. Cosa significa questa parola?
Essere consapevoli vuol dire sapere ciò che si fa; questa consapevolezza porta poi a
essere coscienti delle proprie scelte e forse anche delle conseguenze che possono
avere. Per me consapevolezza vuol dire anche responsabilità.
La mia insegnante di sostegno ha parlato con Enzo, un mio accompagnatore che mi
aiuta a svolgere i compiti al pomeriggio, e gli ha riferito che devo cercare di
studiare le materie umanistiche come letteratura latina, filosofia, pedagogia e
psicologia in maniera più distaccata, senza opinioni sugli autori. Mi domando, è
possibile studiare le materie umanistiche con distacco? La libertà di parola e di
pensiero sono diritti inviolabili dell’uomo, questo ci insegnate e questo diventa
impossibile farlo a scuola. Se è impossibile attuare questi insegnamenti allora
perché ci vengono insegnati?
E’ oltremodo paradossale che in un liceo psico-socio-pedagogico non si possa
esprimere un’opinione su un autore. Se solo per questo motivo c’è il rischio di
essere bocciato, allora preferisco essere rimandato; io ho un’alternativa: scrivere
un libro.
L’uomo decide da sé quando essere finito. L’uomo ha più di una scelta nella propria
vita e quindi non é mai finito.


Andrea Zitoli
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